SAI RICONOSCERE UNA PERSONA CHE MENTE..?

martedì 31 maggio 2011

LE EMOZIONI DELLA MENZOGNA AD ALTO RISCHIO


La menzogna ad alto rischio è accompagnata, di norma, da una forte attivazione cognitiva infatti la consapevolezza del pericolo di essere scoperto e delle sue conseguenze comporta la comparsa di emozioni per lo più negative, dovute al timore di perdere la faccia, rovinare la propria immagine, di abbassare il livello di stima, nonché di distruggere la fiducia degli altri nei propri confronti. In modo specifico, la menzogna è connessa con la comparse delle cosiddette emozioni auto consapevoli o morali come  la colpa, la vergogna, e l’imbarazzo. Si tratta di emozioni che riguardano in modo selettivo il proprio sé e che implicano il giudizio degli altri su se stessi. In queste emozioni autoriferite l’immagine e la stima di sé vengono in primo piano.
La paura di essere scoperto e di essere accusato come bugiardo aumenta il livello dell’ansia e dello stress emotivo, poiché è in gioco il proprio onore.
La menzogna infatti nella nostra cultura occidentale, di solito, è sanzionata come un comportamento deplorevole e immorale che rompe il patto sociale di fiducia e credibilità.
L’insorgenza di emozioni negative collegata con le  con le emozioni ad alto rischio genera una serie di rilevanti.
Le risposte fisiologiche, come aurosal emotivo.
Fra di esse, si possono ricordare :
1.       l’accelerazione del battito cardiaco,
2.        l’innalzamento della pressione arteriosa,
3.       l’aumento della temperatura cutanea e della sudorazione,
4.       la riduzione della salivazione,
5.       l’incremento della conduttanza cutanea (effetto psicogalvanico).

Tali variazioni psicofisiologiche possono essere registrate dalla cosiddetta macchina della verità (lie detector)
Le reazioni emotive tuttavia  possono essere controllare dal soggetto, fino al punto di essere inibite. Siamo in presenza del coping emotivo, inteso come la capacità di far fronte  alle emozioni e di esercitare un controllo sulle proprie condotte emotive. I soggetti più addestrati in questa direzione provano minore tensione emotiva quando dicono una menzogna ad alto rischio. D'altra parte, le persone abituate a dire menzogne provano minore attivazione emotiva, poiché sono esercitate a farlo. Le spie per esempio sono sottoposte a lungo addestramento per raggiungere un livello assai elevato di potere e controllo sulle proprie emozioni.

Perchè mentire

Qualunque tipo di menzogna avete in mente, a questo punto possiamo chiederci: perchè mentire?
Da quanto finora è stato esaminato possiamo rispondere:qualsiasi motivo è valido per far ricorso alla menzogna: In linea di principio, la condotta ingannevole è un modo generale ritenuto efficace e utile per la gestione delle risorse comunque limitate dell’ambiente. In questo senso mente soprattutto chi (in posizione  subordinata o dominante) ritiene di ottenere maggiori guadagni e vantaggi facendo ricorso alla menzogna rispetto ad altri modelli di interazione.

In generale le persone che fanno più spesso ricorso alla menzogna, più delle altre hanno a cuore l’immagine di sé e le impressioni che creano nella loro vita sociale. In ogni caso tale ricorso è alimentato molto di frequente
da motivazioni psicologiche che da ragioni per ottenere vantaggi materiali. Entro questo orizzonte si possono individuare tre principali motivazioni per mentire.
a)      Ottenere benefici personali : la prima motivazione fa riferimento alle motivazioni egoistiche, può alimentare la condotta menzognera anzitutto per ottenere vantaggi positivi, quali generare un'immagine migliore di sé in termini di accettabilità sociale e di competenza, aumentare il livello di autostima, migliorare      la propria posizione sociale ecc . Tale motivazione può altresì condurre alla menzogna per evitare svantaggi personali, quali subire sanzioni e punizioni, perdere la faccia, venire ostracizzati da un gruppo ecc. In effetti, i soggetti che hanno una autoconsapevolezza pubblica (cioè la capacità di diventare consapevoli della prospettiva di un'altro e di saper agire da tale prospettiva) più elevata tendono a dire più menzogne rispetto a che possiede una consapevolezza sociale inferiore. Inoltre coloro che hanno la preoccupazione di gestire al meglio le impressioni che fanno sugli altri, mentono più spesso rispetto a  chi non ha questa preoccupazione.

b)      proteggere gli altri : la seconda motivazione può giustificare il ricorso alla menzogna per mantenere buone relazioni sociali con gli altri. Rientrano in questo ambito   le menzogne dette per mascherare le proprie emozioni e le valutazioni negative nei confronti dell'altro, per evitare di urtare i propri sentimenti e le sue opinioni, per sostenere in modo più o meno adulatorio la sua immagine, per impedire condizioni negative di sofferenza e di dolore ecc.
c)       Siamo in presenza di menzogne altruistiche e benevoli.

d)      danneggiare gli altri :  La terza motivazione può condurre  alla menzogna per recare danno agli altri, in quanto si ritiene che da questa condizione rappresenti una premessa indiretta importante per un proprio vantaggio personale. Sono in gioco i comportamenti antisociali dell'insinuazione e della calunnia dell'imbroglio e dell'istigazione, della mistificazione e del raggiro, della truffa e del travisamento. In queste  situazioni     il mentitore persegue la prospettiva macchiavellica attraverso lo sfruttamento consapevole degli altri per ottenere in modo illecito i propri vantaggi personali e per realizzare i propri obiettivi. Questa motivazione richiede una raffinata destrezza relazionale e una elevata capacità di manipolazione degli altri.

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