SAI RICONOSCERE UNA PERSONA CHE MENTE..?

mercoledì 26 ottobre 2011

INVESTIGATORE PSICOLOGICO parte seconda


Esistono diverse teorie psicologiche, ciascuna delle quali è fondata su presupposti profondamente diversi.
Quella freudiana suggerisce che è possibile avere accesso al materiale relativo all’infanzia del soggetto in esame;
la Psicologia dell’Io invece descrive la struttura della personalità attraverso le modalità di adattamento e le difese messe in atto, proprio dall’Io;
mentre la Psicologia Analitica fornisce uno spunto di riflessione profonda nei casi in cui il procedere oscuro dell’ “umano agire” mostra caratteristiche marcatamente psicologiche, a prima vista non comprensibili, caratterizzate a volte da una ritualità lontana dai comportamenti e dalle norme comunemente condivise.
La domanda è come possiamo utilizzare armonicamente queste teorie?
Quello che può sembrare “impossibile” sul piano teorico, diventa attuabile nella pratica attraverso una disposizione di ascolto multiplo, che Ellemberger (1972) suggerisce nei principi fondamentali:


  1. non dare mai niente per scontato;
  2. verificare tutto
  3. ricollocare ogni cosa nel suo contesto;
  4. tracciare una linea netta di demarcazione tra i fatti e la loro interpretazione;
  5. capacità di sintetizzare e comporre un unico quadro di tutti i pezzi messi insieme
 
Questi principi si applicano alla metodologia di “indagine dei fatti” operata dall’investigatore psicologico impegnato nell’attività vere e proprie della criminalistica.
E’ opportuno quindi, che l’investigatore psicologico nell’ambito dell’attività investigativa, verifichi necessariamente la correlazione tra i “fatti” e l’“interpretazione della realtà1”.
Fatti che sono raccontati sulla base della consapevolezza degli attori che passano attraverso una vera e propria realizzazione della ri-costruzione degli eventi  raccolti, compresi e razionalizzati che appartengono alla scena in modo disordinato e scomposto, distratto e confuso, sparsi e indiscreti e a volte anche persi nella memoria .
Sottolineando così l’assenza di contraddizioni  tra le diverse parti del suo lavoro e della effettiva realtà delle osservazioni effettuate come una massiccia opera architettonica che non possa essere demolita alle scosse di un terremoto.
In tutto questo contesto, l’investigatore psicologico deve avvalersi degli strumenti che sono riconosciuti dalla comunità scientifica, con la possibilità di realizzare  un consenso sulla valutazione da lui espressa sul lavoro di indagine compiuto.
Oggi il ruolo dell’investigatore psicologico è stabilito dalla legge 7 dicembre del 2000, n°397, con cui è chiamato a evidenziare nel corso della sua indagine psicologica, la ricerca di una “verità soggettiva” ossia del vissuto psicologico dell’individuo, della sua verità e più esattamente, del suo modo di percepire, di sentire e vivere determinate esperienze. Oggi  a  questo compito si aggiunge quello di indagare e valutare anche la verità “ storica” relativa ai fatti oggetto di indagine operando a stretto contatto con quello che è l’investigatore tradizionale.
In questo modo l’investigatore psicologico assume a pieno titolo la cittadinanza nelle scienze forensi e partecipa attivamente alla raccolta delle fonti di prova e viene ufficializzata la sua presenza sulla scena del crimine come parte attiva, come osservatore delle risultanze comportamentali sia come ricostruttore dell’evento criminoso, le quali sono proprie della scienza criminalistica relativa alla Polizia Scientifica.
Il contributo che l’investigatore psicologico fornisce all’attività investigativa è quello si sostenere la criminalistica e le operazioni di reperimento,valutazione e utilizzazione delle informazioni che l’investigatore raccoglie in modo da renderle più efficaci ai fini della risoluzione delle indagini.
Il nuovo ruolo in cui l’investigatore psicologico si viene a trovare lo conduce ad operare in contesti simili alla criminalistica e alla criminologia, ma con procedure più avanzate. L’investigatore psicologico sulla scena del crimine diventa oggi un supporto innegabile ai fini di una rapida e corretta risoluzione del caso.

1La realtà di ognuno di noi è una realtà vera…ma virtuale, non reale ma questo lo affronteremo nel capitolo successivo quando affronteremo l’argomento “la mappa non è il territorio”

A  proposito....guardate come era diligente l'investigatore psicologico fin da cucciolo....


martedì 18 ottobre 2011

INVESTIGATORE PSICOLOGICO parte prima


La psicologia oggi si trova a occupare un posto di rilievo nelle indagini criminalistiche.
La logica delle indagini psicologiche è legata alle numerose e complesse attività che si usano per investigare la soggettività di ogni essere umano servendosi di un approccio multidimensionale che comprende il colloquio clinico, la psicodiagnostica,l’anamnesi psicologica e psicopatologia. Da qui nasce la figura dell’investigatore psicologico.
Tecniche d’interrogatorio, attendibilità della testimonianza, tecniche di confronto, tecniche di negoziazione, autopsia psicologica, profili e psicobiografie sono le attività che svolge l’investigatore psicologico, il quale sempre più spesso è chiamato a dare  il suo contributo all’indagine criminalistica sugli aspetti dell’azione non rilevabili fisicamente e  che caratterizzano la scena di un delitto, soprattutto quando come appare e non nasconde motivo apertamente patologico nella sua dinamica nonché nella sua formazione.
L’investigatore psicologico, sulla scena del crimine si occupa di investigare e ricercare quei segni che proprio come i sintomi di una malattia, possono essere caratteristici.

TUTTO HA UN SIGNIFICATO

Conscio, ma soprattutto, l'inconscio, oggetti, cose, luoghi, persone, comportamenti, linguaggio, servono a DECODIFICARE un profilo, un movente, per individuare un colpevole o un innocente

NON È DETTO CHE QUELLO CHE NON C’E’ NON SI VEDA

La vera arma dell'investigatore psicologico, quella che davvero fa la differenza tra gli uomini è la comunicazione: il saper comunicare.
L’investigatore psicologico, esamina l’effetto del linguaggio sulla nostra programmazione mentale e sulle altre funzioni del nostro sistema nervoso. Si interessa di come la nostra programmazione mentale e di come il sistema nervoso plasmano e influenzano il linguaggio e i modelli linguistici. L’essenza dell’investigatore psicologico  è il funzionamento del nostro sistema nervoso (“neuro”), intimamente legato alla nostra capacità di produrre il linguaggio (“linguistica”). Le strategie ( i “programmi”) attraverso cui organizziamo e guidiamo il nostro comportamento sono formate da schemi neurologici e verbali.
Le parole pronunciate sono i simboli dell’esperienza mentale e le parole scritte sono i simboli delle parole pronunciate. Gli uomini non si esprimono tutti con gli stessi suoni, così come non hanno tutti la stessa grafia, ma le esperienze mentali rappresentate simbolicamente da questi suoni sono uguali per tutti, come le cose di cui esse costituiscono le immagini.
L’investigatore psicologico sostiene che tutti noi abbiamo la nostra personale visione del mondo e che questa visione  è basata  sulle proprie mappe interne , che abbiamo costruito attraverso il linguaggio e i sistemi rappresentazionali sensoriali, come risultato delle esperienze della nostra vita individuale. Sono queste mappe “neurolinguistiche” che determinano il modo in cui  noi interpretiamo il mondo circostante e reagiamo ad esso, ed il modo in cui attribuiamo un significato ai nostri comportamenti e alle nostre esperienze, più che alla realtà in se stessa.

TUTTO E’ SIGNIFICATO
TUTTO DA SIGNIFICATO


Quindi, l'investigatore psicologico sulla scena del crimine si occupa di “investigare” e ricercare quei segni  che proprio come i sintomi di una malattia, possono essere caratteristici di uno specifico modo di agire. Il corpus scientifico che va sotto il nome di psicologia, unitamente alla Criminalistica e alle Scienze Forensi, all’ordine legislativo, alla criminologia dà vita a quella che oggi viene definita Psicologia Investigativa.
L’attività dell’investigatore psicologico è  per sua natura una scienza multidimensionale non appartenente
al corpus delle scienze esatte, poiché raccoglie numerosi orientamenti dottrinali rivolti allo studio, all’indagine e alla descrizione dello sviluppo e dell’evoluzione dell’essere umano, sia negli aspetti definiti sani sia in quelli “patologici” del suo sentire e del suo agire.
Dalla fine dell’800, si sono sviluppate diverse teorie della personalità ,la domanda spontanea che ci dobbiamo fare è capire quale di queste risulta più efficace e quindi va utilizzata come modello di riferimento ermeneutico nell’attività di investigazione del crimine.
La diversità del materiale e delle fonti disponibili non può essere letta attraverso un’unica ottica, ma va presa in considerazione la possibilità di rivolgersi a più inquadramenti teorici contemporaneamente, operando cioè una letteratura diversificata.