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giovedì 26 gennaio 2012

INVESTIGATORE PSICOLOGICO PARTE TERZA

Con il suo bagaglio scientifico l’investigatore psicologico è in grado di offrire informazioni, irreperibili, relative alla comprensione del crimine violento nella valutazione del comportamento  deviante, dove per devianza si intende un comportamento che si allontana dalla norma dei modelli sociali dominanti e si manifestano come una violazione dei valori condivisi e delle regole concordate.

Osservazione e analisi di crimini violenti
Modus operandi
Costruzione dell’ ”offender profiling”
Valutazione delle caratteristiche di personalità, socio-demografiche
Raccolta di tutti i dati che si trovano  nella scena del delitto

Analisi, esame e valutazione delle informazioni riguardanti le tipologie e le modalità di comportamento che l’autore sconosciuto ha messo in atto ossia l’esame e la valutazione delle informazioni e delle tracce comportamentali che rappresentano l’evidenza dell’agito sulla scena del crimine per evidenziare la:
personalità
modus operandi
scelta della vittima
condizioni di opportunità per attuare il proposito criminale

L’investigatore psicologico inoltre contribuisce ad effettuare un’analisi dei fatti avvenuti, su una base di riferimento multidisciplinare unitamente  a quella delle scienze forensi.
Oltre all’osservazione del fenomeno concentrata sull’autore del delitto, l’investigatore psicologico pone attenzione anche allo studio della vittima quale elemento fondamentale che collega la scena del delitto al soggetto della vittima: quel corpo infatti “parla”. Esso è il testimone muto dell’azione violenta dell’altro, nè porta i segni e si pone come elemento puntiforme della scena.

L’attività dell’investigatore psicologico si compie in questi casi nell’osservazione della posizione del corpo della vittima, delle ferite inferte, di tutte quelle azioni non necessarie ad uccidere che evidenziano un’eventuale patologia dell’assassino, che “raccontano”il suo percorso logico-simbolico, gli effetti che intendeva produrre con il suo agire e quelli che gli sono “sfuggiti al controllo”, alla “pianificazione”, “alla volontà consapevole”. Non in ultimo il compiacimento o meno del proprio atto.

Tutto diventa “leggibile” come descrizione dell’episodio.

La vittima, infatti, è il risultato delle azioni dell’autore del crimine. Ciò che si può osservare è lo scenario, la rappresentazione ( teatrale) che sta per giustificare una forma di linguaggio estremo (violento) attraverso cui l’autore “libera l’insopportabile pressione dei suoi contenuti psichici”.
E’ fondamentale quindi in questa fase l’osservazione complessiva del campo di azione: uno sguardo d’insieme complessivo e compressivo che spazia a 360° su tutto l’evento. Fase che comprende tutte le qualità intuitive dell’investigatore psicologico, passando attraverso l’esame della scena del crimine, l’analisi dell’azione, ed infine l’analisi delle informazioni raccolte.

L’investigatore psicologico  come analista è analogo all’archeologo: egli raccoglie tracce, frammenti sparsi, residui di un vissuto e stabilisce collegamenti  tra “quella realtà” che non c’è più e la realtà oggettiva che è realmente sotto i suoi occhi al fine di descriverla e, tentare di spiegarla.
Un ulteriore campo di applicazione dello psicologo investigativo, è la raccolta delle testimonianze rese da soggetti che a vari livelli sono stati coinvolti in un atto criminoso, poiché la testimonianza resa rappresenta quella che sarà in seguito una delle fonti di prova fondamentali per la costruzione dell’impianto accusatorio nel dibattimento in tribunale.

E’ di primaria importanza, quindi che l’assunzione delle informazioni da parte di chi ascolta un testimone sia finalizzata non solo alla raccolta di elementi utili ai fini dell’indagine, ma soprattutto alla raccolta di una deposizione che sia utilizzabile e riproducibile in dibattimento.
La testimonianza, infatti,  come rappresentazione del factum probandi  indica la narrazione di un fatto attraverso l’esperienza di un osservatore e si inserisce giuridicamente tra quelli che il codice penale processuale definisce “mezzi di prova”. Da un punto di vista puramente psicologico, la testimonianza “ non si profila mai come un ricordo imparziale ed assoluto, ma come interpretazione che implica l’attivo e selettivo intervento del testimone, con la sua personalità, la sua cultura ed i suoi pregiudizi, e qui torniamo ancora al discorso “la mappa non è il territorio”.

L’investigatore psicologico ancora una volta diventa un enorme aiuto nella valutazione della credibilità ed attendibilità di un soggetto poiché valuta sia aspetti soggettivi e motivazionali sia l’accuratezza di una testimonianza ( che riguarda  esclusivamente gli aspetti percettivi, cognitivi,riproduttivi dell’evento cui il soggetto testimone ha assistito).

Non sottovalutiamo gli effetti che eventi particolarmente traumatici e con forte carica emotiva possono avere sulla capacità di testimoniare un fatto come realmente accaduto. La memoria in sostanza è un sistema  vulnerabile ed assai fragile e ambigua: essa  può essere sondata “ricostruita”  e, quindi in definitiva “alterata” da una serie di informazioni post-evento o dalle aspettative, i pregiudizi e le caratteristiche che sono proprie dell’individuo nonché dia diversi contesti in cui vengono espressi  i suoi contenuti. Risulta fondamentale quindi, la maniera in cui il ricordo viene rievocato e riprodotto ed in cui risulta utile il contributo della psicologia e delle scienze del comportamento, che sono un valido sostegno nel lavoro dell’Autorità Giudiziaria, nell’attività dell’interrogatorio evidenziando dissonanze e alterazioni implicite nella comunicazione, problemi relativi al recupero delle tracce mnestiche nella testimonianza, ed inoltre, favorendo lo sblocco delle resistenze e degli atteggiamenti oppositivi al testimone.

Appare quindi evidente che la Psicologia Investigativa si pone come una meta-scienza fondamentale nell’attività di formazione sui temi che legano criminologia, psicologia giuridica e criminalistica, considerandoli fondamentali dell’analisi criminale e producendo di fatto l’affinamento delle capacità investigative sempre più necessarie nell’osservazione dei complessi modi di attuarsi della azione deviante nella nostra società.