CHE COS’E’ LA VITTIMOLOGIA
- Subdisciplina criminologica che ha per
oggetto di studio le caratteristiche della vittima.
- Studia il comportamento della vittima in
relazione con il comportamento del criminale (c.d. “coppia
penale” ) e l’ambiente in cui
avviene il crimine.
- Per anni lo studio della personalità ha
riguardato unicamente il reo, mentre lo studio della vittima, se presente, era
sempre in prospettiva dello studio del criminale.
- La vittimologia prende piede negli anni ’40
grazie a Mendelsohn e Von Hentig.
- Ha il grande merito di integrare i fattori predisponenti coi fattori scatenanti.
- Ha fatto capire che spesso a carico della
vittima vi è una grossa responsabilità, anche se la vittima stessa non lo
immagina.
- Alcuni la considerano una subdisciplina
della criminologia (Von Hentig, Ellenberger), altri una disciplina a sé stante
(Mendelsohn, che ritiene più opportuno il termine di “vittimologia
generale” ).
- Mendelsohn ha anche auspicato
l’individuazione di una c.d. socio-analisi e di specifiche leggi socio-vittimologiche.
Concetti basilari:
- Ellenberger, 1954
- Distingue 3 concetti fondamentali, ripresi
da uno studio di Von Hentig:
1) Criminale –
vittima: il soggetto, a seconda del caso, può divenire sia criminale che
vittima o esserlo simultaneamente (es: incidenti stradali).
2) Vittima latente (o potenziale): il soggetto
può avere una predisposizione inconsapevole a divenire vittima o ad attrarre il
criminale.
3) Relazione specifica tra criminale e vittima:
a) Pura relazione nevrotica (es: parricidio).
b) Relazione psicobiologia (es: attrazione di
due caratteri complementari).
c) Relazione genobiologica (es: attrazione su
eredità similare).
Responsabilità funzionale:
- Schafer, 1968
- La vittima è responsabile della prevenzione
della sua vittimizzazione
Rischio di “rivittimizzazione”:
- Molti autori hanno sottolineato come la
vittimologia non debba divenire una disciplina atta alla “spremitura” della
vittima per estrapolare informazioni sul criminale
- Comportandosi in un modo simile si
correrebbe il rischio di far subire alla vittima un secondo processo di
vittimizzazione
IL REATO “SCATENATO” DALLA VITTIMA
Precipitation Victim:
- Reato “scatenato dalla vittima”
- Wolfgang → grande frequenza di omicidi scatenati dalla vittima
- Spesso accade che vittima e criminale
comincino un “gioco reciproco di violenza fisica”
- L’omicidio ha incidenza molto maggiore
quando è la vittima a cominciare il “gioco”
- Non bisogna confondere il reato scatenato
dalla vittima con la provocazione da parte della vittima:
il primo è un concetto comportamentale
il secondo è un concetto giuridico.
il primo è un concetto comportamentale
il secondo è un concetto giuridico.
Spettatori del reato:
a) Innocent by-standers: coloro che assistono da
testimoni al reato.
b) Involved by-standers: spettatori interessati
al reato in atto.
IL RUOLO DELLA VITTIMA NEL PASSAGGIO ALL’ATTO
Dinamismo delle forze crimino - repellenti (Fattah):
- Forze crimino-repellenti: forze dinamiche
d’inibizione che variano a seconda della situazione e delle persone coinvolte
nell’atto.
- Le inibizioni di un individuo di fronte ad
un crimine variano a seconda della personalità della vittima e della
possibilità di legittimare l’atto.
- La mancanza di inibizioni e scrupoli morali
non è prerogativa del delinquente, che non è meno inibito del non delinquente → ciò che varia è la capacità di
razionalizzazione e di autolegittimazione.
TIPI DI VITTIMA
Vittima assente, impersonale o indeterminata:
- La vittima non c’è poiché l’atto criminoso
non lede nessuna persona reale o determinata.
- Le forze crimino-repellenti e la resistenza
morale sono meno forti e il passaggio all’atto è più semplice.
- Es: crimini contro la salute pubblica,
l’ordine pubblico, contro la pubblica amministrazione ecc.
Vittima consenziente:
- Il consenso della vittima conferisce
all’atto criminoso una certa legittimità, indebolendo le forze
crimino-repellenti e facilitando il passaggio all’atto.
- Una vittima consenziente non favorisce la
comparsa di sensi di colpa e costituisce uno strumento di decolpevolizzazione a posteriori.
Vittima provocatrice:
- La vittima, con i suoi gesti e le sue
parole, fa venire meno le forze crimino-repellenti e favorisce il passaggio
all’atto.
- Mendelsohn distingue 2 tipi di questa
vittima:
a) Vittima provocatrice: col suo comportamento
induce l’attore a commettere il reato.
b) Vittima imprudente: determina l’incidente per
mancanza della padronanza di sé.
c) Vittima provocatrice suicida: vittima che
cerca la morte provocando un’altra persona fino ad essere uccisa.
L’AUTOLEGITTIMAZIONE DEL DELINQUENTE
Tecniche di “neutralizzazione”:
- Sykes e Matza
- 5 tecniche utilizzate dai delinquenti
per
neutralizzare e negare la responsabilità per l’atto commesso:
1) Il delinquente nega la sua
responsabilità personale
2) Il delinquente nega di aver arrecato danno ad alcuno
3) Il delinquente nega che la
persona aggredita sia una vittima
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